La legge di bilancio 2023 ha introdotto normative che disciplineranno la tassazione relativa alle plusvalenze ottenute dalla attività svolta sulle criptovalute.
Fino ad oggi infatti la legislazione mostrava molte lacune in materia, lacune dovute alla natura stessa delle criptovalute che, come sappiamo, sono uno strumento finanziario nuovo e atipico. Fino ad oggi esisteva infatti l’obbligo di monitoraggio ai fini fiscai (senza quindi alcuna tassazione) per attività finanziarie detenute in forma di cryptovalute.
Questo monitoraggio andava dichiarato attraverso la compilazione del quadro RW del modello Redditi Persone Fisiche ed evidenziava alcuni elementi dell’attività finanziaria tra cui il capitale posseduto ad inizio anno, quello alla fine dell’anno e lo Stato presso il quale erano detenute le criptovalute. Questo tipo di dichiarazione è però stato disatteso pressoché dalla quasi totalità dei contribuenti, proprio per la mancanza di dati certi relativi alle monete virtuali e alla carenza di normativa su queste attività.
Come detto l’ultima legge di bilancio introduce normative chiare sulla tassazione delle plusvalenze ottenute dall’attività finanziaria svolta attraverso monete virtuali.
Al consueto monitoraggio fiscale, che verrà evidenziato nel quadro RW, attraverso il quale il contribuente dichiara il solo possesso di criptovalute (anche in caso di minusvalenze, cioè perdita di denaro durante l’anno) si affiancherà la dichiarazione delle plusvalenze superiori ai 2000 € attraverso il quadro RT. Tali plusvalenze, solo quindi la parte eccedente i 2000 € annui, saranno tassate al 26 % come previsto già per tutte le altre attività finanziarie. In questo caso sarà necessario avere conoscenza certa del prezzo di acquisto e di vendita di ogni transazione attraverso dati certi e documentabili. Nel caso non si possa documentare il prezzo di acquisto e di vendita delle criptovalute che, come sappiamo, sono molto volatili e soggette a bruschi e repentini cambi di valore, il fisco concede la possibilità di accedere a una tassazione del 14 % sul valore totale detenuto al 31 dicembre di ogni anno. In questa maniera il contribuente affrancherà il valore delle criptovalute detenute e potrà usare tale valore dichiarato come base di acquisto delle monete virtuali per l’anno successivo, considerando quindi questo valore come costo d’acquisto e partendo da questo per il pagamento delle tasse su eventuali plusvalenze generate l’anno successivo.
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